Episodio 1
Il Libanese, un piccolo criminale
che sogna in grande, propone agli uomini della sua banda di unirsi a
quella del Freddo, anch'essa dedita a piccoli furti su commissione.
Insieme, le due batterie, pongono le basi per un audace piano criminoso:
rapire il ricco Barone Rosellini. Seppur con qualche difficoltà e con
un grande spargimento di sangue, intascano il riscatto. Al momento di
dividere i soldi, Libano espone alle due batterie il suo grande
progetto: mettere i soldi in comune per formare un sodalizio criminale
abbastanza potente da conquistare Roma. Ad indagare sul rapimento viene
chiamato il giovane e ambizioso Commissario Scialoja, che intravede
l'occasione per mettersi in mostra e ottenere il tanto sospirato
passaggio all'Antiterrorismo.
Episodio 2
Mentre
Scialoja si mette sulle tracce delle banconote segnate del rapimento,
la banda mette le basi per realizzare il sogno del Libanese, conquistare
Roma. Libano, appoggiato dal Freddo, propone di investire i soldi nel
mercato della droga e, a tale scopo, si accorda col Sardo, uomo di
fiducia della camorra a Roma. Oltre a stringere accordi, Libano si trova
a dover gestire un gruppo di criminali coraggiosi ma eterogenei e
indisciplinati. Per dimostrare al resto della banda di essere un vero
capo costringe uno dei suoi uomini, Sergio Buffoni, a restituire una
Porsche appena comprata con i soldi del rapimento. Purtroppo per la
banda però il Dandi, fidato aiuto del Libanese, paga in contanti le
prestazioni di Patrizia, la prostituta più bella di Roma...
Episodio 3
La
banda, una volta attivato il canale della droga, deve organizzazione la
rete dello spaccio. Violenti e spregiudicati gli uomini del Libanese
conquistano un quartiere dopo l'altro. Chi non lavora per loro viene
spazzato via. A Roma una cosa del genere non l'aveva mai fatta nessuno,
neanche il Terribile. Il vecchio boss, rintanato nell'unico quartiere
che la banda ha rinunciato a conquistare, assiste impotente all'ascesa
del giovane rivale e medita una rivincita.
Scialoja, nel frattempo,
seguendo le banconote del riscatto è arrivato alla bella prostituta per
cui il Dandi ha perso la testa. Scialoja intuisce che Patrizia è la
chiave per arrivare ai rapitori del Barone e decide di affrontarla. Ma
le cose si complicano, per lui è attrazione a prima vista. Patrizia
rivela a Scialoja che le banconote segnate provengono dal Dandi, un
giovane criminale in ascesa che desidera che lei sia la sua donna.
Episodio 4
Ora
che i soldi arrivano a palate il Libano permette finalmente ai suoi
uomini di spenderli. Ma il Terribile ha deciso di stroncare sul nascere
l'ascesa della banda. Il Libano, che con il Terribile ha un antico conto
in sospeso, vorrebbe eliminare subito il pericoloso rivale ma,
consigliato dal Freddo, decide di scendere a patti: non sono ancora
abbastanza forti per eliminarlo.
Scialoja, grazie all'aiuto di
Patrizia e al suo fiuto investigativo, ha oramai abbastanza elementi per
riferire al sostituto procuratore Borgia che a Roma, con la nascita di
una nuova, potente e spregiudicata banda criminale, sta per scoppiare
una guerra per il potere. Ma Borgia tentenna, prima di agire Scialoja
deve fornirgli le prove della sua teoria.
Episodio 5
Che
la banda è oramai una potenza consolidata lo dimostra il fatto che,
quando Aldo Moro viene rapito, misteriosi emissari di poteri che si
muovono in una zona grigia tra lo stato e l'antistato, si rivolgono al
Libanese per ritrovarlo. Ovviamente all'interno del gruppo sorgono le
prime divisioni sull'utilità di aiutare la politica. Il Freddo è
contrario e prende momentaneamente le distanze dalla banda per
concentrarsi sulla relazione che ha appena allacciato con Roberta,
compagna di scuola ed ex fidanzata di suo fratello. Il Terribile,
intanto, trama nell'ombra per far cadere il Libano: tramite Gemito, suo
uomo di fiducia, fa arrivare a Scialoja una soffiata sul luogo in cui è
seppellito il cadavere del Barone. Scialoja ha finalmente le prove che
cercava per far scattare l'arresto della Banda.
Episodio 6
Libano
e gli altri, in galera al gran completo, si chiedono chi possa averli
traditi. La risposta è semplice: dietro alla mossa dello spregiudicato
Scialoja ci può essere un solo uomo, il Terribile. In attesa di regolare
i conti con lui la Banda ha l'occasione per ribadire, anche all'interno
del carcere, chi sia ora a comandare a Roma. Quando Libano ha la meglio
su un potente boss della ?ndrangheta che pretende di comandare la
banda, l'intera Roma criminale si inchina al nuovo re. Subito dopo,
improvvisa, arriva la scarcerazione per l'intera banda: le accuse sono
cadute. A far sparire le prove della loro colpevolezza nel rapimento
sono stati due uomini dei Servizi agli ordini del Vecchio. Scialoja, pur
amareggiato per non essere riuscito ad incastrare Libano e i suoi, si
rifiuta di costringere Patrizia a testimoniare.
Episodio 7
Per
la Banda è il momento di celebrare in grande il ritorno alla libertà e
il matrimonio di Scrocchiazzeppi non è solo un'occasione per fare
pubblico sfoggio di potenza e di ricchezza. Durante i festeggiamenti,
infatti, Libano ha modo di rinsaldare il rapporto con il Freddo e di
sistemare la grana Patrizia. Il Dandi, che per lei ha perso la testa,
rischia infatti di compromettere il lavoro della banda. Libano e Freddo
offrono a Patrizia la direzione di un bordello di lusso in cambio della
sua fedeltà al Dandi e Patrizia accetta. Ma il matrimonio è soprattutto
un'ottima occasione per regolare i conti in sospeso: mentre il Libanese
festeggia davanti a decine di testimoni, il Freddo guida la spedizione
che toglie di mezzo il Terribile una volta per tutte.
Episodio 8
Ora
che la Banda è al massimo della sua potenza tutti vogliono fare affari
con loro. Anche la Mafia che organizza un incontro tra il suo emissario a
Roma, Zio Carlo, e il Libanese. Il Freddo, però, ha poco tempo per
festeggiare. Accusato di aver compiuto una rapina solitaria, finisce di
nuovo in carcere. Il Libanese, unico a credere all'innocenza dell'amico,
si fa in quattro per scoprire la verità: arriva al Nero, il neofascista
autore della rapina, e lo convince a collaborare. Con il risultato che
il Freddo viene scagionato e la Banda ha un nuovo, potente alleato. Non
il solo, come scoprirà il Freddo appena uscito di galera. Tra i tanti
uomini d'affari che affollano l'inaugurazione del locale/bisca voluto
fortemente dal Dandi, infatti, c'è anche il Secco, a cui il Libanese
vorrebbe affidare i guadagni della Banda.
Episodio 9
Gli
affari vanno a gonfie vele ma nella Banda ognuno sembra pensare al
proprio tornaconto. Per ricreare l'armonia il Libano organizza un colpo
in stile 'vecchi tempi': il furto di una partita di droga in mano alla
polizia. Ma neanche l'adrenalina fa il miracolo e il Libano si ritrova
sempre più solo: all'apice del suo potere tratta in modo arrogante i
Servizi segreti che vogliono controllare il bordello di Patrizia e il
Sardo che pretende maggiore rispetto. Il Freddo, che non condivide le
scelte finanziarie del Libano, lega col Nero, cui confessa di essere
innamorato e, forse, di voler cambiare vita. Scialoja, nel frattempo,
scopre la 'casa chiusa' di Patrizia e prova a convincerla a collaborare
con la giustizia. Ma Patrizia, stavolta, non segue il cuore e sceglie di
rimanere fedele al Dandi. Scialoja, ferito nei sentimenti e ricattato
dai Servizi, decide di lasciare Roma e le indagini sulla Banda.
Episodio 10
Ora
che sono saltati i rapporti con i Servizi, Libano e Dandi finiscono di
nuovo in galera e la bisca viene messa sotto sequestro. Con i capi
dentro, tocca al Freddo tenere le redini di una Banda in cui emergono
sempre più chiaramente conflitti e tensioni. Senza contare che, come si
sa, il potere genera invidia e a Roma più di qualcuno vedrebbe di buon
occhio la fine della Banda. Ne sa qualcosa il Bufalo, maltrattato da un
piccolo criminale, una volta alleato della Banda, Satana. A risolvere la
situazione ci pensa come sempre il Libanese che riesce, forse per
l'ultima volta, a riunire le diverse anime della Banda e a guidare la
spedizione che ucciderà il Satana, monito per tutta la città. La Banda
dunque è viva e potente e il clima sembra tornato quello dei primi
tempi. Libano però non riesce a trovare il modo di parlare al Freddo del
patto che ha stretto con i Servizi per uscire di galera.
Episodio 11
Per
una storia di "roba" viene ucciso un piccolo criminale nipote di un
vecchio boss oramai ritirato, il Puma. Il Puma crede che il colpevole
sia il Libano e prova ad ucciderlo, ma non è stata la Banda.
L'intervento del Freddo risolve la situazione ma la circolazione a Roma
di droga non loro rende il Libano paranoico e sembra evidente che
all'interno della Banda l'equilibrio si sia rotto ed ognuno cerchi di
lavorare per sé. Mentre Libano e Dandi provano a riportare ordine e
disciplina, il Freddo capisce che è arrivato il momento di andarsene con
la sua donna, prima che tutto precipiti. E' il 2 agosto del 1980 e
Scialoja, alla stazione di Bologna -sul luogo della strage- s'imbatte
negli agenti dei Servizi che lo hanno ricattato e decide di tornare a
Roma per riprendere le sue indagini ma, appena arriva in città, va sotto
casa di Patrizia.
Episodio 12
Libano
litiga con il Freddo perché è venuto a conoscenza del suo desiderio di
uscire dalla Banda e impone agli altri nuove, ferree regole sui soldi.
Quelli che la prendono peggio sono il Dandi e il Secco, l'asse su cui si
sta catalizzando il malumore nei confronti del Libanese. Questi
infatti, reso poco lucido dall'abuso di cocaina e mancando della
saggezza del Freddo, perde al gioco con Gemito e non paga il suo debito.
Il Freddo, fermato con il Nero mentre si fanno una canna, si ritrova
davanti ad un determinatissimo Scialoja: il poliziotto gli chiede di
collaborare per incastrare i servizi ma il Freddo non cede. Così, appena
scarcerato, il Freddo decide di lasciare il paese con Roberta ma, poco
prima di partire, viene raggiunto da una notizia tanto ferale quanto
inaspettata che porterà la Banda a ritrovare unità e compattezza.
giovedì 9 maggio 2013
note dal set
di Stefano Sollima
Un racconto epico e complesso come "Romanzo Criminale" ha richiesto una particolare attenzione nella ricerca degli attori. L'ampio arco narrativo della storia, una decina d'anni almeno, esigeva certamente dei giovani interpreti, portatori però di una maturità umana e professionale che gli consentisse di raccontare ed interpretare anche la fase adulta e tragica dei propri personaggi.
Ulteriore requisito fondamentale era che gli interpreti avessero caratteristiche fisiche ben definite, al limite della maschera, così da agevolare l'immediata riconoscibilità dei numerosissimi personaggi del racconto. Volevo anche astenermi da qualsiasi tipo di patinatura, al contrario andando a cercare tipi più vicini all'anima borgatara e proletaria dei veri componenti della "banda" per restituire sullo schermo il massimo realismo possibile. La risposta a queste esigenze ci ha condotto, in maniera molto naturale, alla sfida più rischiosa ma anche la più sensata e stimolante, che è stata quella di affidare praticamente tutti i ruoli ad attori emergenti, alcuni di esperienza ma non ancora noti al grande pubblico, altri esordienti assoluti.A completare la ricerca di oggettività, alcuni ruoli sono stati affidati ad attori/detenuti che operano nei laboratori delle carceri romane, portatori di una verità e di un'umanità rare. La straordinaria verosimiglianza e la credibilità degli attori sono sicuro favorirà il pubblico nel processo di immedesimazione nei personaggi della storia.
Un racconto epico e complesso come "Romanzo Criminale" ha richiesto una particolare attenzione nella ricerca degli attori. L'ampio arco narrativo della storia, una decina d'anni almeno, esigeva certamente dei giovani interpreti, portatori però di una maturità umana e professionale che gli consentisse di raccontare ed interpretare anche la fase adulta e tragica dei propri personaggi.
Ulteriore requisito fondamentale era che gli interpreti avessero caratteristiche fisiche ben definite, al limite della maschera, così da agevolare l'immediata riconoscibilità dei numerosissimi personaggi del racconto. Volevo anche astenermi da qualsiasi tipo di patinatura, al contrario andando a cercare tipi più vicini all'anima borgatara e proletaria dei veri componenti della "banda" per restituire sullo schermo il massimo realismo possibile. La risposta a queste esigenze ci ha condotto, in maniera molto naturale, alla sfida più rischiosa ma anche la più sensata e stimolante, che è stata quella di affidare praticamente tutti i ruoli ad attori emergenti, alcuni di esperienza ma non ancora noti al grande pubblico, altri esordienti assoluti.A completare la ricerca di oggettività, alcuni ruoli sono stati affidati ad attori/detenuti che operano nei laboratori delle carceri romane, portatori di una verità e di un'umanità rare. La straordinaria verosimiglianza e la credibilità degli attori sono sicuro favorirà il pubblico nel processo di immedesimazione nei personaggi della storia.
cast tecnico
Una produzione CATTLEYA E SKY CINEMA
in associazione con RTI MEDIASET
Prodotta da RICCARDO TOZZI - GIOVANNI STABILINI - MARCO CHIMENZ
Tratta dall'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo
Romanzo Criminale edito da Giulio Einaudi Editore Spa
Consulenza artistica MICHELE PLACIDO
Regia STEFANO SOLLIMA
Aiuto regia MILENA COCOZZA
Soggetto di serie GIANCARLO DE CATALDO - DANIELE CESARANO (sact) - BARBARA PETRONIO (sact) - LEONARDO VALENTI (sact)
Editing GIANCARLO DE CATALDO
Sceneggiatura DANIELE CESARANO - PAOLO MARCHESINI - BARBARA PETRONIO -
LEONARDO VALENTI
Produttore esecutivo Cattleya MATTEO DE LAURENTIIS
Produttore Delegato GINA GARDINI
Fotografia PAOLO CARNERA (aic)
Montaggio PATRIZIO MARONE
Collaborazione al montaggio LORENZO PELUSO
Scenografia PAOLA COMENCINI
Casting LAURA MUCCINO (uic) - ANNAMARIA SAMBUCCO (uic)
Costumi NICOLETTA TARANTA
Arredatore MAURIZIO LEONARDI
Operatore di Macchina IVAN CASALGRANDI
Musiche PASQUALE CATALANO
Sigla realizzata da RED BEE MEDIA
con musica di STEFANO FRESI
Suono in presa diretta MARICETTA LOMBARDO
Organizzatore generale SANDRA BONACCHI
Direttore di Produzione ALBERTO SAMMARCO
Ufficio Stampa SKY MARZIA KRONAUER
Responsabile Comunicazione Mediaset LAURA MARCHESE
Ufficio stampa Mediaset ANDREA DAVID QUINZI
Edizioni musicali Flipper Srl - Radiocattleya Srl
per EMI Publishing Italia Srl
I fatti e i personaggi narrati in questa serie sono liberamente ispirati a vicende giudiziarie avvenute in Italia fra il 1977 e il 1992.
in associazione con RTI MEDIASET
Prodotta da RICCARDO TOZZI - GIOVANNI STABILINI - MARCO CHIMENZ
Tratta dall'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo
Romanzo Criminale edito da Giulio Einaudi Editore Spa
Consulenza artistica MICHELE PLACIDO
Regia STEFANO SOLLIMA
Aiuto regia MILENA COCOZZA
Soggetto di serie GIANCARLO DE CATALDO - DANIELE CESARANO (sact) - BARBARA PETRONIO (sact) - LEONARDO VALENTI (sact)
Editing GIANCARLO DE CATALDO
Sceneggiatura DANIELE CESARANO - PAOLO MARCHESINI - BARBARA PETRONIO -
LEONARDO VALENTI
Produttore esecutivo Cattleya MATTEO DE LAURENTIIS
Produttore Delegato GINA GARDINI
Fotografia PAOLO CARNERA (aic)
Montaggio PATRIZIO MARONE
Collaborazione al montaggio LORENZO PELUSO
Scenografia PAOLA COMENCINI
Casting LAURA MUCCINO (uic) - ANNAMARIA SAMBUCCO (uic)
Costumi NICOLETTA TARANTA
Arredatore MAURIZIO LEONARDI
Operatore di Macchina IVAN CASALGRANDI
Musiche PASQUALE CATALANO
Sigla realizzata da RED BEE MEDIA
con musica di STEFANO FRESI
Suono in presa diretta MARICETTA LOMBARDO
Organizzatore generale SANDRA BONACCHI
Direttore di Produzione ALBERTO SAMMARCO
Ufficio Stampa SKY MARZIA KRONAUER
Responsabile Comunicazione Mediaset LAURA MARCHESE
Ufficio stampa Mediaset ANDREA DAVID QUINZI
Edizioni musicali Flipper Srl - Radiocattleya Srl
per EMI Publishing Italia Srl
I fatti e i personaggi narrati in questa serie sono liberamente ispirati a vicende giudiziarie avvenute in Italia fra il 1977 e il 1992.
cast artistico
FRANCESCO MONTANARI
VINICIO MARCHIONI
ALESSANDRO ROJA
MARCO BOCCI
DANIELA VIRGILIO
ANDREA SARTORETTI
RICCARDO DE FILIPPIS
MAURO MECONI
EDOARDO PESCE
LORENZO RENZI
ALESSANDRA MASTRONARDI
JESUS EMILIANO COLTORTI
ROBERTO INFASCELLI
FAUSTO MARIA SCIARAPPA
CLAUDIO SPADARO
ORLANDO CINQUE
IVANO DE MATTEO
FAUSTO PARAVIDINO
GIORGIO CAPUTO
ALESSANDRO PRETE
DANILO NIGRELLI
DARIO D'AMBROSI
ANTONELLA ATTILI
EDOARDO LEO
FABIO CAMILLI
e con
MASSIMO DE FRANCOVICH
e con
MARCO GIALLINI
ALBERTO GASBARRI
SIMONE MORI
ALESSANDRO MARVERTI
ROBERTO LATINI
ANTONIO GERARDI
GRETA SCARANO
VINCENZO TANASSI
LUCA VENANTINI
NINETTO DAVOLI
VINICIO MARCHIONI
ALESSANDRO ROJA
MARCO BOCCI
DANIELA VIRGILIO
ANDREA SARTORETTI
RICCARDO DE FILIPPIS
MAURO MECONI
EDOARDO PESCE
LORENZO RENZI
ALESSANDRA MASTRONARDI
JESUS EMILIANO COLTORTI
ROBERTO INFASCELLI
FAUSTO MARIA SCIARAPPA
CLAUDIO SPADARO
ORLANDO CINQUE
IVANO DE MATTEO
FAUSTO PARAVIDINO
GIORGIO CAPUTO
ALESSANDRO PRETE
DANILO NIGRELLI
DARIO D'AMBROSI
ANTONELLA ATTILI
EDOARDO LEO
FABIO CAMILLI
e con
MASSIMO DE FRANCOVICH
e con
MARCO GIALLINI
ALBERTO GASBARRI
SIMONE MORI
ALESSANDRO MARVERTI
ROBERTO LATINI
ANTONIO GERARDI
GRETA SCARANO
VINCENZO TANASSI
LUCA VENANTINI
NINETTO DAVOLI
romanzo criminale la scheda
Roma, fine anni Settanta. Sono anni turbolenti. Il Libanese, ambizioso leader di una piccola ma agguerrita batteria di Trastevere, ha fatto la gavetta maturando una convinzione: se comandano tutti vuol dire che non comanda nessuno. Roma è lì, in attesa di qualcuno che abbia il fegato e la forza di prendersela. Ma coraggio e idee non bastano. Servono uomini e, a parte i fidati Dandi, Bufalo e Scrocchiazeppi, Libano ha pochi effettivi. E poi servono le armi e, soprattutto, i soldi per comprarle. E' in questo momento che il Libanese fa un incontro decisivo con Il Freddo e la sua batteria (i fratelli Buffoni e Fierolocchio) che, pure loro, vivacchiano in attesa della grande occasione. Libano e Freddo sono diversi come il sole e la luna ma si capiscono al primo sguardo. Una stretta di mano e le due batterie diventano una banda, anzi la Banda.
Regia: Stefano Sollima
Seconda serata: Italia 1, lunedì 7 settembre 2009
Numero serate: 6
romanzo criminale prefazione
La serie mozzafiato sui fatti della Banda della Magliana
Tratta dall'omonimo libro di Giancarlo De Cataldo a cui è seguito il film diretto da Michele Placido, la serie di Romanzo Criminale ripercorre gli anni turbolenti della Roma degli anni '70...
Tratta dall'omonimo libro di Giancarlo De Cataldo a cui è seguito il film diretto da Michele Placido, la serie di Romanzo Criminale ripercorre gli anni turbolenti della Roma degli anni '70...
romanzo criminale la fiction
Romanzo criminale - La serie è una serie televisiva italiana basata sull'omonimo romanzo del giudice Giancarlo De Cataldo e ne rappresenta il secondo adattamento dopo il film diretto da Michele Placido. Si tratta della seconda fiction prodotta da Sky dopo Quo vadis, baby? ed è andata in onda in prima visione sul canale satellitare Sky Cinema 1; repliche della serie sono andate in onda, sul satellite, su Fox Crime e Sky Uno. In chiaro è stata trasmessa in prima visione da Italia 1 in seconda serata; le repliche sono andate invece in onda su Iris, Italia 2 e Cielo.
Come affermato da Aldo Grasso, la prima stagione della serie dà più spazio alla scena del crimine, ovvero alle imprese criminose della banda della Magliana, mentre nella seconda stagione viene approfondito il "retroscena" del crimine: si ha quindi un riposizionamento della banda in base alla morte del Libanese, e agli effetti e interrogativi che questa ha provocato nella coscienza dei protagonisti.[1]
Per Aldo Grasso la serie è «uno degli esiti più riusciti della fiction italiana», riuscendo a raccontare la saga della Banda con «una scrittura che finalmente esce dai canoni dell'agiografia all'italiana»[5]; sempre Grasso l'ha definita «l'unica serie italiana di cui possiamo andare fieri», «che ha una struttura vera, forte», «che possiamo esportare all'estero», «che si interroga sui meccanismi della serialità».[1]
Su Le Figaro è stato scritto che «la serie evento dell’estate di Canal+ non è né americana, né francese, né inglese, bensì italiana», mentre, secondo Le Monde, «sono pochissime le serie televisive europee belle e meritevoli di essere segnalate»[6].
Trama
Amori, dinamiche familiari, nevrosi, amicizie, rancori fanno da contrappunto alla vicenda principale, quella di un gruppo di criminali che per quasi quindici anni, dal 1977 al 1990, ha accarezzato un'illusione: quella di conquistare Roma. Il Libanese, il Freddo, il Dandi, Patrizia, il commissario Scialoja sono alcuni dei personaggi ispirati alla vera storia della banda della Magliana.Come affermato da Aldo Grasso, la prima stagione della serie dà più spazio alla scena del crimine, ovvero alle imprese criminose della banda della Magliana, mentre nella seconda stagione viene approfondito il "retroscena" del crimine: si ha quindi un riposizionamento della banda in base alla morte del Libanese, e agli effetti e interrogativi che questa ha provocato nella coscienza dei protagonisti.[1]
Episodi
Stagione | Episodi | Prima TV |
---|---|---|
Prima stagione | 12 | 2008-2009 |
Seconda stagione | 10 | 2010 |
Produzione
Girato in S16mm per Sky Cinema, particolarmente curata è stata la ricostruzione storica degli scenari e la post produzione, in particolare per il montaggio e la correzione del colore, cosa piuttosto rara in una produzione televisiva italiana. È stata invece contestata la scelta di alcune automobili tra cui la Porsche 911 Cabrio del 1983, che sarebbe postdatata rispetto al contesto della trama che, per larghi tratti, si sviluppa prima della strage di Bologna, avvenuta nel 1980.Cast
Il cast è formato interamente da attori emergenti, molti dei quali alla prima esperienza di rilievo, affiancati da qualche bravo caratterista e dalla presenza di cameo come quello di Ninetto Davoli, il quale appare nel ruolo di Gerardo il Barbaro nell'episodio 6 della prima stagione.- Francesco Montanari: Il Libanese, piccolo criminale cresciuto in povertà con la madre dopo l'abbandono del padre; ragazzo duro ed ambizioso ma con un grande senso dell'amicizia è l'ideatore del progetto di un'unica banda che controlli Roma. Morirà ucciso dal Nero su ordine della mafia, dopo avere coronato il sogno di conquistare la capitale ma contemporaneamente divenuto incapace di gestire i poteri forti a cui la banda si è lentamente asservita.
- Vinicio Marchioni: Il Freddo, capo di una batteria di Testaccio, divenuto criminale a causa di un difficile rapporto con il padre, a cui non ha mai perdonato il tradimento della madre. Solitario e razionale, accetta con entusiasmo l'idea del Libanese ma inizia a discostarsene nel momento in cui comprende che la banda non sarà più libera da condizionamenti dall'alto. Morirà ucciso da Donatella, immediatamente dopo la sua decisione di pentirsi e di diventare collaboratore di giustizia.
- Alessandro Roja: Il Dandi, giovane cresciuto in povertà, con un grande senso di rivalsa nei confronti di una società che a suo pensare lo ha emarginato. Di indole tendenzialmente egoista sarà l'unico ad inserirsi nei meccanismi che legano mafia, imprenditoria e politica, abbandonando progressivamente gli amici ed i complici, divenendo l'unico referente della mafia. Morirà ucciso per vendetta dal Bufalo.
- Marco Bocci: Commissario Scialoja, funzionario di polizia onesto e zelante che tuttavia vive grandi conflitti interiori a causa della sorella estremista e dell'amore per Patrizia, prostituta legata al Dandi. Cercherà a dispetto di ricatti, trasferimenti e minacce di fare luce sulla banda senza riuscirvi ma, dopo la caduta del muro di Berlino, in forza della sua onestà, accetterà l'offerta di diventare dirigente dei servizi segreti.
- Daniela Virgilio: Patrizia, prostituta che intimamente rimpiange la sua infanzia lontana dalla realtà che vive e che coltiva un intenso rapporto di amicizia con Ranocchia, un giovane omosessuale; di lei si innamoreranno sia il Dandi che il commissario Scialoja ma, in nome di un cinismo che non l'abbandonerà mai, sceglierà il primo e ne diventerà, pur disprezzandolo, prima l'amante fissa e successivamente la moglie. Sarà lei a fornire le informazioni che consentiranno al Secco di fare eliminare il marito.
- Andrea Sartoretti: Bufalo, ragazzo forte, coraggioso e violento; spesso preso in giro per la sua ignoranza ma dotato di un fortissimo senso di amicizia e di lealtà verso i complici. Tradito dal Dandi cercherà di vendicarsi riuscendovi solo dopo alcuni anni. Sarà l'unico della banda a sopravvivere ma morirà in solitudine ai giorni nostri, ucciso dalla polizia dopo avere compreso che il mondo che aveva vissuto e sognato non esiste più.
- Riccardo De Filippis: Scrocchiazeppi, in origine appartenente alla batteria del Libanese, morirà ucciso da un sicario del Dandi, dopo il tradimento e l'abbandono da parte della moglie, la quale lo aveva in precedenza rovinato economicamente.
- Mauro Meconi: Fierolocchio, in origine appartenente alla batteria del Freddo, condividerà tutte le vicende della banda ma sarà lui a tradire Scrocchiazeppi uscendo dal carcere al suo posto e diventando l'amante della moglie. Fonderà una nuova batteria insieme al Bufalo ma non si conosce la sua sorte.
- Lorenzo Renzi: Sergio Buffoni, in origine appartenente alla batteria del Freddo, sopporta mal volentieri le regole imposte dalla banda, tentando in più occasioni di sviluppare attività proprie. Morirà ucciso dal Freddo, dopo che questi ne ha scoperto i traffici che contrastano con gli interessi della banda.
- Edoardo Pesce: Ruggero Buffoni, in origine appartenente alla batteria del Freddo, ragazzo indolente e spesso imprudente, tanto da farsi rubare i soldi della sua zona dai complici di un travestito con il quale si era appartato. Ucciderà per vendetta Gigio, il fratello del Freddo, ma morirà ucciso da Donatella nel piano ordito da mafia e servizi segreti per eliminare il Freddo.
- Emiliano Coltorti: Il Nero, un neofascista che stringe rapporti con la banda, dapprima allo scopo di riciclare il denaro proveniente dalle rapine e successivamente tentando inutilmente di coinvolgerla in un disegno politico; legato ai servizi segreti ed alla mafia sarà lui ad uccidere il Libanese su ordine di Zio Carlo. Morirà ucciso dal Dandi, unico a scoprire la sua responsabilità, informato a sua volta dalla mafia.
- Giovanna Di Rauso: Donatella, compagna di Nembo Kid e responsabile dello spaccio di droga nella zona di Latina; dopo la morte del Libanese le viene affidata dal Freddo, con cui, dopo la morte di Nembo Kid, intreccia una relazione, la zona di Trastevere. Al pari dell'ex compagno si legherà alla mafia ed ai servizi segreti, eliminando prima il Larinese, un falsario, custode dell'elenco degli affiliati alla loggia P2, e successivamente Ruggero Buffoni ed il Freddo.
- Antonio Gerardi: Il Sardo, boss di Ostia legato alla Camorra, si associa alla banda per fornire la droga mantenendo la sua zona. Alternerà comportamenti ambigui, proseguendo i suoi rapporti con il Terribile, il vecchio boss divenuto perdente, ma sarà proprio lui a tradirlo favorendone l'eliminazione da parte della banda. Dopo la morte del Libanese reclamerà la sua zona venendo ucciso dal Dandi.
- Orlando Cinque: Trentadenari, napoletano trapiantato a Roma e complice del Sardo; si legherà progressivamente alla banda divenendone il cassiere e partecipando all'omicidio del Terribile. Morirà ucciso per gelosia dal Sorcio.
- Giorgio Caputo: Ricotta, complice del Sardo, al pari di Trentadenari si legherà progressivamente alla banda ma terminerà la sua carriera in carcere, venendo arrestato, a causa del tradimento del Dandi, durante l'attentato a Maurizio Gemito.
- Federico Torre: Don Mimmo, referente della Camorra per la capitale; legato a politica e servizi segreti è il principale fornitore della droga alla banda, alla quale chiederà di collaborare alle ricerche dell'onorevole Moro.
- Marco Giallini: Il Terribile, vecchio boss di Centocelle al quale, fino all'avvento della banda, nessuno aveva osato opporsi. La crescita della banda lo porterà dapprima a tentare di contrastarla e successivamente a cercarne l'alleanza. Morirà ucciso dopo le rivelazioni a Scialoja sulla responsabilità della banda nel rapimento del barone Rosellini e soprattutto per avere tentato di fare uccidere il Libanese dai fratelli Gemito.
- Alberto Gasbarri: Remo Gemito, tirapiedi del Terribile, non esiterà a tradirlo per avere salva la vita. Morirà ucciso dal Freddo, essendo ritenuto responsabile della morte del Libanese.
- Simone Mori: Maurizio Gemito, tirapiedi del Terribile, al pari del fratello lo tradirà per salvarsi la vita. Ritenuto responsabile della morte del Libanese sarà braccato dalla banda, morendo ucciso dal Nero per impedirgli di comunicare la sua estraneità al fatto.
- Roberto Infascelli: il Sorcio, ragazzo tossicodipendente che collabora stabilmente con la banda ma cade in disgrazia presso di essa quando viene scoperto il suo coinvolgimento nel giro di Sergio Buffoni. Sfuggito a due tentativi di omicidio cercherà dapprima la protezione del Dandi e successivamente, dopo avere ucciso Trentadenari a causa della gelosia per la ex fidanzata Vanessa, diventerà collaboratore di giustizia.
- Adriano Chiaramida: Zio Carlo, boss della mafia e referente delle famiglie palermitane per la città di Roma; dopo la morte del Terribile si accorderà con la banda per la fornitura costante di droga, divenendone di fatto il controllore. Suo l'ordine per la morte del Libanese e successivamente, in accordo con i servizi segreti, per quella del Freddo.
- Edoardo Leo: Nembo Kid, legato a Zio Carlo è un collaboratore esterno della banda, della quale ne diventa virtualmente parte dopo la morte del Libanese, di cui è coautore dell'omicidio insieme al Nero, quando alla sua compagna Donatella ne viene affidata la zona. Morirà a Milano durante l'attentato a Roberto Rosone.
- Franco Sciacca: Il Maestro, un mafioso siciliano, sostituto di Nembo Kid e collaboratore di Zio Carlo, anch'egli legato ai servizi segreti, autorizzerà tutte le uccisioni dei componenti della banda.
- Ivano De Matteo: Il Puma, criminale dell'EUR con il desiderio di cambiare vita; dopo la costituzione della banda lascerà la sua zona al Freddo ed, una volta rientrato da Cuba dove era espatriato, morirà in carcere, ucciso per vendetta dal fratello di una delle sue vittime.
- Roberto Latini: Satana, un allibratore clandestino, basista del sequestro Rosellini, ma che rifiuterà di fare parte del progetto di costituzione della banda. Morirà ucciso dal Libanese, dal Freddo e dal Dandi dopo uno sgarbo fatto al Bufalo.
- Alessandro Marverti: Luigi Soleri, detto Gigio, fratello del Freddo; dopo essere stato abbandonato da Roberta, la quale lo ha lasciato per il fratello, inizierà a drogarsi, finendo dapprima in carcere, dove, dopo essere stato aggredito da due amici di Maurizio Gemito, accetterà le offerte di Scialoja per tentare di incriminare il Freddo. Morirà ucciso per vendetta da Ruggero Buffoni.
- Alessandra Mastronardi: Roberta, fidanzata prima di Gigio e successivamente del Freddo; dopo il suo arresto ne conoscerà le reali attività e, dopo un periodo di separazione, accetterà di seguirlo in Brasile ma la morte del Libanese lo impedisce. Dopo avere testimoniato in suo favore al processo lo abbandonerà per ricominciare una nuova vita. Alcuni anni dopo sarà silenziosamente vista dal Freddo poco prima che questi venga ucciso.
- Vincenzo Tanassi: Il Secco, faccendiere legato alla mafia ed esperto in speculazioni; sarà delegato dalla banda a compiere investimenti per incrementarne il capitale. Organizzatore del nuovo canale di spaccio, che costerà la vita a Sergio Buffoni, e della nuova batteria costituita dal Bufalo e da Fierolocchio dopo la loro uscita dal carcere. Sarà lui, con la complicità di Patrizia, a favorire l'omicidio del Dandi.
- Fausto Paravidino: Ranocchia, amico omosessuale di Patrizia a cui rimarrà sempre accanto, essendo considerato da lei una persona di fiducia. Morirà dopo essersi ammalato presumibilmente a causa dell'AIDS.
- Duccio Camerini: Professor Renato Sargeni, ideologo di estrema destra che vorrebbe coinvolgere la banda nel suo disegno eversivo in cambio di perizie psichiatriche compiacenti. Morirà ucciso da Donatella, autorizzata dal Dandi, su richiesta della camorra.
- Massimo De Francovich: Il Vecchio, un cinico e pragmatico funzionario dei servizi segreti che, sempre nell'ombra, piloterà tutti i più importanti avvenimenti della politica e della società italiana di quegli anni. Riconoscerà le qualità di Scialoja, affidandogli, al momento del suo ritiro, il suo posto.
- Fulvio Pepe: commissario Rizzo, un funzionario di polizia integerrimo ma ottuso ed arrivista. Si mostra ostile al collega Scialoja per le sue aperture politiche ma, nel corso degli anni, arriverà a riconoscergli sia l'esattezza delle sue intuizioni che la sua dedizione allo Stato.
- Michele Placido in veste di regista e attore nel film e di consulente artistico della serie televisiva.
- Roberto Infascelli nella parte di Gigio nel film ed in quella del Sorcio nella serie TV.
Galleria
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Edoardo Pesce interpreta Ruggero Buffoni
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Fausto Paravidino interpreta Ranocchia
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Giovanna Di Rauso interpreta Donatella
Location[2]
- Le scene ambientate nel carcere di Regina Coeli sono in realtà girate nella Scuola Elementare "Regina Elena", a Roma.
- Le scene della seconda serie, ambientate nel Commissariato sono state girate nella "Scuola dell'Arte della Medaglia" dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, sempre a Roma.
- Il bar da Franco non si trova alla Magliana ma nel quartiere Pietralata, in via Silvano 15.
- Il deposito giudiziario dove il Libanese, Dandi e Fierolocchio rubano la droga è un edificio facente parte dell'Istituto Romano di San Michele, sito nel quartiere Ardeatino, in piazzale Tosti 4.
- La chiesa dove si svolge il funerale di Scrocchiazzeppi è ugualmente facente parte del comprensorio dell'Istituto Romano di San Michele.
- Il bordello donato dal Libanese a Patrizia è la Villa Mercadante, sita nel quartiere Parioli, in via Mercadante 22.
- La scena nella quale i due fratelli Buffoni incontrano Shangai non è girata a Val Melaina ma in un comprensorio sito tra via Filottrano e via Fabriano, nel quartiere San Basilio.
- La villa di proprietà del Puma si trova nel quartiere Nomentano in via Caravani.
- Il luogo dell'incontro, organizzato dal Puma, tra il Terribile ed il Libanese, il Freddo ed il Dandi è il tempio romano Capitolium, sito ad Ostia antica.
- Il bar dove lavora il giovane Dandi si trova in piazzale Giuseppe Garibaldi, nel quartiere Gianicolo.
- Le scene degli esterni della casa del Dandi sono state girate di fronte a Palazzo Falconieri, in via Giulia 1, mentre gli interni, nelle scene girate sulla terrazza, in un edificio sito in via del Corso.
- Il percorso che compie il commissario Scialoja al momento in cui si verificano gli scontri che culmineranno con la morte di Giorgiana Masi inizia in piazza S. Egidio, passando per piazza Gioacchino Belli per terminare a ponte Mazzini, a Trastevere.
- La scena nella quale il Libanese, il Freddo ed il Dandi attendono il corriere della droga è stata girata al porto di Civitavecchia.
- La strada nella quale il Libanese, il Freddo ed il Dandi vengono fermati dai carabinieri durante il periodo del sequestro Moro è via Stendhal, all'EUR.
- La scena nella quale il Freddo saluta il Nero è stata girata all'EUR in piazza Marconi, di fronte al museo nazionale dell'Alto Medioevo.
- La scena nella quale il Freddo uccide Sergio Buffoni è stata girata in via delle Idrovore, a Fiumicino.
- La scena nella quale il commissario Scialoja aspetta il Sorcio per mostrargli le foto di Vanessa insieme a Trentadenari è stata girata in viale Aurelio Saffi, tra Monteverde vecchio e Trastevere.
- La scena nella quale il Freddo viene ucciso è stata girata in Piazza Mattei, sita tra il Ghetto e Via delle Botteghe Oscure.
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Il ponte Giuseppe Mazzini, luogo in cui il commissario Scialoja rinviene il corpo senza vita di Giorgiana Masi
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Il porto di Civitavecchia, dove il Libanese, il Freddo ed il Dandi attendono il corriere della droga
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L'Istituto Romano di San Michele, luogo di ripresa di alcune scene della prima e della seconda serie
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Accoglienza
Critica
Critica italiana
La prima stagione della serie è stata accolta con il pressoché unanime parere favorevole della critica. Nel suo blog su La Stampa, Andrea Scanzi l'ha definita in un lungo articolo ricostruttivo della Banda, «la migliore serie televisiva mai prodotta in Italia»[3]; secondo Marco Marino «i ritmi della narrazione risultano frenetici e coinvolgenti, i dialoghi sempre azzeccati e ben recitati, le atmosfere ricreate con il dovuto realismo e senza freni inibitori della censura»[4].Per Aldo Grasso la serie è «uno degli esiti più riusciti della fiction italiana», riuscendo a raccontare la saga della Banda con «una scrittura che finalmente esce dai canoni dell'agiografia all'italiana»[5]; sempre Grasso l'ha definita «l'unica serie italiana di cui possiamo andare fieri», «che ha una struttura vera, forte», «che possiamo esportare all'estero», «che si interroga sui meccanismi della serialità».[1]
Critica estera
Identico parere è stato espresso anche in Francia dove la serie è stata trasmessa su Canal+, la cui piattaforma televisiva gratuita Télévision Numérique Terrestre ha così recensito: «Magistrale romanzo. Dal grande al piccolo schermo, l'opera iniziale di Giancarlo De Cataldo non ha perduto nulla della sua efficacia, al contrario. Che sia chiaro: la serie dell'estate di Canal+ è italiana. Gli attori hanno tutti delle facce incredibili al punto che se Sergio Leone li avesse scritturati per un suo western nessuno avrebbe avuto nulla da ridire … la televisione italiana può vantarsi di avere realizzato una grande serie»[6].Su Le Figaro è stato scritto che «la serie evento dell’estate di Canal+ non è né americana, né francese, né inglese, bensì italiana», mentre, secondo Le Monde, «sono pochissime le serie televisive europee belle e meritevoli di essere segnalate»[6].
Edizioni home video
DVD / Blu-Ray Disc
La 20th Century Fox Home Entertainment ha messo la prima serie in commercio nel mercato italiano in DVD il 21 aprile 2010[7]; la confezione è composta da quattro dischi[8].Edizioni
Caratteristiche disco DVD
- Formato disco: DVD 9
- Formato video: 16:9 PAL
- Tracce audio:
- Italiano 5.1 Dolby Digital AC-3
- Italiano 2.0 Dolby Digital AC-3
- Sottotitoli:
- Italiano (non udenti)
- Contenuti extra
- Romanzo criminale tra fiction e realtà
- Il Libanese
- Il Freddo
- Il commissario Scialoja
- Patrizia
- Più cattivi dei cattivi
- Roma e Romanzo criminale
- Gli imprevisti di Romanzo criminale
- Trailer di Romanzo criminale 2
Corrispondenze con i personaggi
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Corrispondenze con i fatti di cronaca
- Nelle prime scene dell'episodio iniziale della prima stagione, il Dandi è a casa del Libanese ed al telegiornale si sente la notizia dell'assassinio dell'avvocato Fulvio Croce, ucciso a Torino il 28 aprile 1977. Quindi l'inizio della serie è ambientato in quell'anno, ma in realtà il primo incontro tra Franco Giuseppucci (il Libanese) e Maurizio Abbatino (il Freddo) avvenne nel 1976. Nella serie invece questo avvenimento è rappresentato più avanti nella stessa puntata.
- L'automobile del Libanese era in realtà un Maggiolone e non una Mini, e gli venne rubata davanti ad un bar e non all'ippodromo.
- Le principali "batterie" che diedero vita alla banda della Magliana si svilupparono lungo l'asse della via Ostiense: erano quelle di Acilia/Ostia, Testaccio/Trastevere e Magliana/Trullo. Nella serie il Libanese, Dandi, Bufalo e Scrocchiazeppi costituiscono la batteria della Magliana, mentre il Freddo, Fierolocchio e i fratelli Buffoni provengono da Testaccio. Non solo non c'è Acilia, ma le provenienze dei vari membri sono state reinventate e invertite rispetto alla realtà: ad esempio Maurizio Abbatino era della Magliana e Franco Giuseppucci di Testaccio/Trastevere, e non il contrario come narrato nella serie.
- Il personaggio di Nembo Kid, che nella serie collabora strettamente con Zio Carlo, corrisponderebbe a Danilo Abbruciati, il quale aveva contatti con la criminalità organizzata e la massoneria deviata ma proveniva da Testaccio.
- Il Sardo ha uno spiccato accento napoletano ed agisce per conto proprio, mentre sappiamo che Nicolino Selis, benché in contatto con la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, era nato a Nuoro e fu un elemento fondamentale per la formazione della banda, grazie alla sua batteria di Acilia/Ostia.
- Il Ricotta della serie corrisponde nella realtà ad Antonio Mancini, detto Accattone. Egli fu uno dei componenti della banda fin dall'inizio, mentre nella fiction si aggrega dopo la sua formazione.
- Il rapimento del duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere (il Barone Rosellini del romanzo e della serie) avvenne di notte e la macchina del nobile era seguita da quella del fattore della tenuta. Nella serie invece si consuma di mattina e non c'è traccia del fattore.
- La morte di Giorgiana Masi avvenne nel maggio del 1977, ben 6 mesi prima del rapimento Grazioli: sulla serie invece i due eventi sembrano essere avvenuti a stretto giro.
- Il Terribile, che corrisponde nella realtà a Franco Nicolini detto Franchino Er criminale, fu realmente ucciso in un agguato ma questo si consumò nel parcheggio dell'ippodromo di Tor di Valle e non in uno scantinato.
- Scrocchiazeppi, ispirato alla figura di Edoardo Toscano, apparteneva in origine alla batteria di Acilia e non a quella del Libanese.
- Nella serie il cadavere del Barone Rosellini viene rinvenuto, ma in realtà non fu mai ritrovato.
- Nella serie il Libanese viene ucciso sotto casa della madre, mentre nella realtà l'omicidio si consumò a piazza San Cosimato all'uscita di un bar.
- I fratelli Cannizzaro, gli assassini del Barone Rosellini, corrispondono alla banda di Montespaccato che collaborarono con la banda della Magliana nella gestione del sequestro Grazioli. In realtà i membri di questa banda non vennero giustiziati come punizione per aver ucciso il duca, ma ricevettero la loro parte di riscatto come pattuito.
- I fratelli Gemito, che nella realtà corrispondono alla figura dei fratelli Proietti, erano più di due: Enrico detto il Cane, Fernando detto il Pugile, Mario detto Palle d'oro, Maurizio detto il Pescetto. Costoro non erano tutti fratelli, ma anche cugini.
- Gli episodi della prima stagione sono ambientati tra il 1977 e il 1980: nel corso di questi sentiamo già chiamare la banda con l'appellativo "banda della Magliana". Ma in realtà questo appellativo, di genesi giornalistica, fu coniato solo anni dopo.
- La rissa nel bar tra il Bufalo e Satana vide protagonisti in realtà Marcello Colafigli e Amleto Fabiani, ucciso in seguito per vendetta. Nella serie però Satana non incarna Fabiani, bensì Gianni Girlando detto "Il Roscio". Girlando venne effettivamente giustiziato con le medesime modalità del Satana, ma ciò avvenne nel maggio 1990 e non tra la fine degli anni settanta e gli anni ottanta come rappresentato nella serie.
- Il Freddo passò la sua latitanza in Venezuela e non in Marocco. Nel 1992 venne tratto in arresto, iniziando a collaborare con la giustizia italiana, ma non viene ucciso da Donatella per conto dei servizi segreti e della mafia, come rappresentato nella serie.
- Esecutori materiali dell'omicidio di Enrico De Pedis non furono Libero Mancone e Marcello Colafigli, ma Dante Del Santo e Andrea Gozzani, due killer toscani ingaggiati per l'occasione.
- A guidare la potente motocicletta utilizzata nell'attentato a Roberto Rosone da parte di Danilo Abbruciati fu Bruno Nieddu (tra l'altro presente nel romanzo di Giancarlo De Cataldo con il nome di Tedesco) e non Massimo Carminati.
- Nella seconda serie il Nero viene ucciso dal Dandi ma in realtà è ancora in vita.
- Ad uccidere Franco Giuseppucci non sarebbero stati Danilo Abbruciati e Massimo Carminati come mostrato dalla serie, ma davvero i fratelli Proietti.
- Nell'episodio in cui avviene l'evasione dall'aula Occorsio del tribunale di Roma, durante il primo processo alla banda, ad evadere è Libero Mancone, come scritto nel romanzo di De Cataldo, ma a fuggire fu in realtà Vittorio Carnovale.
- Fabiola Moretti fu a lungo la compagna di Danilo Abbruciati, per poi legarsi sentimentalmente ad Antonio Mancini e non a Maurizio Abbatino.
- Nel romanzo di De Cataldo il personaggio del Beato Porco è rintracciabile in Massimo Barbieri, ucciso da Danilo Abbruciati ed Enrico De Pedis a causa di alcune vecchie ruggini. Venne infatti torturato e poi ucciso, in circostante assai diverse da quelle fatte vedere nel corso della serie.
- I personaggi di Botola e Nercio, morti ammazzati nelle ultime puntate della seconda stagione, sono rintracciabili in Raffaele Pernasetti ed Ettore Maragnoli. Il primo, è ancora in vita ed al momento è detenuto.
- Claudio Sicilia non venne ucciso da Fulvio Lucioli come avviene nella serie, ma fu ucciso da un commando di killer il 18 novembre 1991 fuori da un negozio di scarpe in via Mantegna, nella zona di Tor Marancia.
- A seguito dell'agguato di via di Donna Olimpia del 16 marzo 1981 contro Maurizio Proietti, furono arrestati Marcello Colafigli e Antonio Mancini: nella puntata invece Bufalo riesce a fuggire benché ferito.
- Nel quinto episodio avviene l'irruzione nel deposito di armi della banda. Nella serie il deposito si trova in uno scantinato del Ministero dell'Industria, ma nella realtà era in uno scantinato del Ministero della Sanità in Via Liszt all'EUR.
- Dopo il sequestro delle armi ed il Freddo tenuto in ostaggio da don Mimmo a Napoli, nel quinto episodio fa una breve comparsa il professor Sargeni l'ideologo di estrema destra conosciuto tempo addietro dalla banda grazie al Nero. Sargeni vende alla banda dopo il sequestro, alcune armi che serviranno per rimpiazzare quelle sequestrate dalla polizia. Il professor Sargeni della serie in realtà è il professore Aldo Semerari, criminologo, psichiatra e politico italiano. Con la banda della Magliana Semerari stabilisce alcuni accordi: gli esponenti della destra eversiva sarebbero stati finanziati in cambio di perizie psichiatriche favorevoli ai componenti della banda. Nella serie il professore viene ritrovato cadavere in riva al mare del litorale romano, ma invece Semerari viene assassinato ad Ottaviano dalla camorra il 1º aprile 1982 e il suo corpo viene rinvenuto dal maresciallo dei Carabinieri Armando M. in un'auto, decapitato.
Differenze fra la serie, il romanzo ed il film
- Il romanzo si apre con la scena dell'uomo di mezz'età, il quale, nella Magliana di oggi, uccide dei ragazzi che l'hanno pestato, ma non è specificato che questi sia il Bufalo; egli inoltre, alla fine del romanzo, viene nuovamente arrestato e condannato ad una pesante pena detentiva in seguito alle rivelazioni del Freddo.
- Nel romanzo i fratelli Buffoni si chiamano Carlo e Aldo, non Sergio e Ruggero.
- Nel romanzo i personaggi di Canton e di Rizzo non sono presenti.
- Nel romanzo Sandra non è la sorella di Scialoja ma la sua ex. Diventa giornalista e, con un articolo, aiuta il Vecchio a compromettere il commissario.
- Nel romanzo il Dandi, prima di conoscere Patrizia, risulta già sposato.
- Nel romanzo non viene data alcuna informazione sulla famiglia di Scrocchiazeppi, la quale resta nell'ombra; i personaggi di Angelina e di suo padre sono stati creati per la serie.
- Nel romanzo nulla si sa dei rapporti del Libanese e del Freddo con le rispettive famiglie.
- Nel film nulla si sa del passato sentimentale del Libanese e del motivo del rancore nei confronti del Terribile.
- L'agente Santini non viene ucciso da Zeta e Pigreco dopo aver contribuito all'arresto del Libanese, del Dandi e di Fierolocchio per la rapina al deposito della Narcotici, che nel romanzo non avviene, è invece la prima vittima delle rivelazioni del Sorcio.
- Nel romanzo Nembo Kid è un membro effettivo della banda, anzi uno dei suoi capi dopo la morte del Libanese, mentre nella serie e nel film è solamente il tramite con zio Carlo.
- Nel romanzo Nercio e Botola non sono solo gli scagnozzi del Secco, ma membri effettivi della banda.
- Nel romanzo e nel film Roberta non lascia il Freddo, seguendolo nella sua latitanza e, nel film, viene uccisa da Ciro Buffoni
- Nel romanzo il Freddo e Donatella non hanno una storia ed ella, dopo la morte di Nembo Kid, si mette con Ricotta.
- Nel romanzo e nel film ad uccidere il Libanese sono i fratelli Gemito, nel film ridotti ad uno solo, per un debito di gioco non pagato dal Libanese nei confronti di Gemito. Nella serie gli assassini sono il Nero e Nembo Kid, per un ordine partito dai servizi segreti, con l'attentato organizzato da Zio Carlo.
- Nel romanzo Gigio non tradisce il Freddo.
- Nel romanzo il Nero non muore ma subisce un tentativo di omicidio da Zeta e Pigreco perché non riveli il suo legame con i servizi. Aiuta il Freddo ad iniettarsi il sangue infetto per andare in infermeria, e poi nella fuga all'estero; inoltre diventa uno dei collaboratori fissi del Dandi, detenendo il controllo del giro dei videopoker, subendo infine una pesante pena detentiva, in seguito alle rivelazioni del Freddo. Nel film viene ucciso durante l'attentato a Roberto Rosone mentre nella serie viene ucciso dal Dandi in quanto colpevole della morte del Libanese.
- Nel romanzo Trentadenari non viene ucciso dal Sorcio ma viene arrestato ed accetta di collaborare con Scialoja, contribuendo all'arresto della banda, e viene ucciso da mano ignota mentre esce da un bar.
- Nel romanzo, quando Dandi scopre che dietro al canale alternativo c'è il Secco, gli attribuisce anche le uccisioni di Angioletto, dei fratelli Bordini e del Satana, che spacciavano dietro sua indicazione.Inoltre scopre che i soldi per iniziare il giro parallelo provenivano dalla cassa del Libanese, una volta questi defunto. Nella serie, invece, al momento della scoperta i due episodi non sono collegati ed i Bordini sono uccisi direttamente dal Libanese. Inoltre, ad aiutare il Secco nel canale alternativo di eroina ci sono, insieme a Nercio e Botola, altri due componenti della banda, il Sorcio e Sergio Buffoni. Non si conosce poi, da dove arrivavano i soldi per cominciare tale giro.
- Nel romanzo il Freddo non viene ucciso ma torna in Italia dopo l'omicidio di Gigio per mano di Ruggero Buffoni, ma come collaboratore di giustizia; si costituisce e provoca l'arresto e la fine definitiva della banda. Anche Ricotta, Donatella e Fierolocchio seguiranno la via del pentimento.
- Nel romanzo e nella serie il Sardo viene ucciso dalla banda, a causa della sua pretesa di maggior potere dopo la morte del Libanese; nel film egli viene eliminato, insieme ad altri boss, durante l'inizio della scalata al potere della banda.
- Nel romanzo Ruggero Buffoni non viene ucciso da Donatella ma viene condannato a una pesante pena detentiva in seguito alle rivelazioni del Freddo.
- Nel romanzo il Sorcio vive sotto falso nome in un'altra città dopo aver testimoniato al processo. Nella serie non se ne conosce la sorte.
- Libano e Dandi sono amici d'infanzia in tutti e tre i generi. Solo nel film lo sono insieme al Freddo e Andreino, detto "Er Grana", un altro loro amico morto quando i tre erano ragazzini, a seguito di un furto d'auto. Nella serie è il Bufalo l'amico d'infanzia dei due.
- Solo nella serie Dandi ha le visioni del Libanese.
- Solo nel romanzo il Bufalo non è l'esecutore materiale dell'assasinio del Dandi, ma solo l'organizzatore. Ad ucciderlo è il conte Ugolino, un personaggio non presente nel film e nella serie.
Parodie
- Da Giugno 2010 Il Duo comico Romano Marco&Mattia composto da Marco Lupi e Mattia Mazzaroni Si esibiscono Live nei panni del "Libbanese" e del "Dandy" con lo spettacolo Comicità Criminale, parodia liberamente ispirata alla Serie Romanzo Criminale.
- Da marzo 2011 è in onda su Rai 2, all'interno della trasmissione comico/satirica Base Luna, Romanzio Criminale, parodia liberamente ispirata alla serie Romanzo Criminale.
- Da marzo 2012 è in onda su La7, all'interno della trasmissione satirica Un due tre stella, La banca della Magliana, dove i personaggi della serie Romanzo Criminale (interpretati dai medesimi attori) sono alle prese con il crimine finanziario.
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